Amazon: Censura libri omosessuali, ma la web-battaglia innescata da Twitter vince

Una piccola vittoria riportata nella web-battaglia Twitter contro Amazon.
Amazon, il più famoso sito libreria del mondo, aveva messo un filtro che escludeva circa 57.000 libri causa argomenti o auto­ri omosessuali dalle classifiche online e dalle ricerche di routine.
Se ne è accorto per primo lo scritto­re Mark Probst ed è subito partita la prote­sta, le prime dichiarazioni dei portavoce di Amazon hanno detto che i li­bri contenevano materiale per adulti e i filtri erano stati creati tenendo conto della sensibilità dell’intera base dei nostri clienti.
Ma questa spiegazione senza argomenti validi non è stata presa bene, si è mobilitato il social network Facebook, si è scatenatoTwitter, una spiegazione minimalista di Amazon riportava che Il fil­tro anti-gay era do­vuto ad un grossolano disgui­do di catalogazione.
Non sono mancate le false notizie sul caso, la più singolare quella di un hacker che si au­toaccusava di essere entrato nel sistema di Amazon con l’aiuto di sotto-hacker africa­ni, oppure quella di una gola profonda interna ad Ama­zon che rivelava come l’erro­re fosse dovuto a un impiega­to francofono che aveva piaz­zato male le parole chiave dei filtri, colpa della sua scarsa co­noscenza dell’inglese.
Ieri pomeriggio vari roman­zi e saggi di autori gay e lesbi­che, manuali di self-help per adolescenti omosessuali, e al­tri loschi testi erano di nuovo rintracciabili, una buona noti­zia per chi difende i diritti civi­li e per chi ama la letteratura: nel buco nero del sito erano fi­niti tra gli altri Gore Vidal, Ja­mes Baldwin, E. M. Forster, e il commediografo Larry Kramer.

Amazon era una certezza, e una garanzia di libertà, di poter comprare e ri­cevere qualunque li­bro.
Speriamo sia stato solo un errore tecnico e non una vera e propria censura.

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