Follie dal Web: Un sito internet che consente di commettere un suicidio virtuale


Un sito Internet che consente di commettere un “suicidio” virtuale, cancellando totalmente il profilo di un utente sui social network è stato bloccato da Facebook, che ha ottenuto anche la sua iscrizione nella lista dei siti pericolosi per la sicurezza dei navigatori. Suicidemachine.org, che ha per titolo “The Web 2.0 Suicide Machine”, consente di cancellare tutti i “profili succhia-energia nelle reti sociali”, “eliminare tutti falsi amici virtuali”, e “farla finita con il vostro alterego Web 2.0”, spiegano i realizzatori sull’home page, precisando che il servizio funziona attualmente con Facebook, Myspace, Twitter e LinkedIn e che in 52 minuti riesce a fare automaticamente ciò che manualmente richiederebbe oltre nove ore.

Secondo Facebook, però il servizio viola i termini sulla privacy e le regole del social network quando accede e scarica i dati degli utenti per cancellarne i profili e l’azienda si riserva il diritto d’agire legalmente nell’immediato futuro.

La ‘macchina per il suicidio virtuale’, che finora è stata utilizzata, secondo quanto riportano sul sito, da 892 navigatori, 500 dei quali utenti di Facebook, eliminando 58.401 amicizie virtuali e cancellando più di 230 mila ‘cinguettii’ da Twitter, ha risposto lanciando una petizione per chiedere l’esclusione del suo indirizzo Internet dai siti banditi. La “macchina” non è però l’unico sito di questo tipo ad aver attirato gli strali di Facebook.

Il social network aveva infatti già inviato una lettera di diffida a Seppukoo.com, che permette ai suoi utilizzatori di commettere un ‘karakiri’ informatico in puro stile giapponese. “Come il seppuku riabilita l’onore del samurai, così seppukoo.com si impegna a liberare il corpo digitale”, recita un’avvertenza sul sito che in home page, accanto alle foto e ai nomi degli utilizzatori più recenti, reca anche l’avvertimento che è sotto attacco da parte di Facebook. Anche l’accesso da Facebook a seppukoo.com è stato bloccato dal social network, ma il sito ha finora negato ogni addebito, in particolare per le accuse di phishing.

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