Il sottomarino USS Texas

Lo sviluppo più rivoluzionario nella tecnologia della navigazione subacquea è stato l’applicazione dell’energia nucleare alla propulsione dei sommergibili, che ha dato vita al vero sottomarino.

La prima unità di questo tipo, il Nautilus , venne varato dalla Marina degli Stati Uniti nel 1954. Nel 1955, in una crociera di collaudo, navigò sempre in immersione da New London, nel Connecticut, a San Juan in Porto Rico, coprendo in 84 ore una distanza di 2170 km, a una velocità di crociera sempre superiore ai 20 nodi (oltre 37 km/h). Nell’agosto del 1958 effettuò la prima traversata sottomarina del Polo Nord, navigando sotto la banchisa polare da Punta Barrow, in Alaska, a un punto compreso fra l’isola Spitzbergen e la Groenlandia.

Il sottomarino statunitense monoelica Skipjack, varato nel 1956, combinava la propulsione nucleare con lo scafo a goccia dell’Albacore. Versioni avanzate di questo sottomarino costituirono la classe Thresher, operativa dai primi anni sessanta. Nel 1963 il Thresher andò perduto, con il suo equipaggio di 129 uomini, durante prove di immersione profonda nell’oceano Atlantico. Saltò una valvola di tenuta dell’asse portaeliche, e quando si cercò di chiudere la falla, fu impossibile: la valvola era scomparsa, forse a causa di un errore nella colata della stessa valvola. La classe è da allora ufficialmente nota come Permit, dal nome della seconda unità della serie.

Gli Stati Uniti hanno attualmente 133 sottomarini operativi, tutti a propulsione nucleare, in genere dotati di un reattore progettato per garantire almeno 640.000 km di percorrenza senza bisogno di sostituire il combustibile nucleare, anche grazie all’impiego di uranio arricchito con una elevata concentrazione di U235.

L’URSS e la Russia costruirono dal 1958 al 1994 ben 245 sottomarini nucleari, più di tutte le altre nazioni messe assieme [1]. La Russia ha attualmente circa 35 sottomarini in servizio attivo, ma forse un centinaio sono quelli ancorati perché dismessi ed in stato di avanzato degrado. I sottomarini russi godono di una fama sinistra, legata soprattutto agli esordi della propulsione nucleare sui sottomarini (si ricorda come emblematico il caso del K-19), tuttavia lo stato dell’arte in fatto di sottomarini nucleari al termine della guerra fredda si può considerare equiparabile tra USA e URSS.

Fonte Wikipedia.

1 commento su “Il sottomarino USS Texas”

  1. Concordo in massima con Andrea Gilli, anche se ho forti dubbi sull’efficacia di tale aocrcdo. Finora, tutti i programmi multinazionali che hanno visto Francia e Regno Unito insieme sono falliti (dal programma EFA alle Horizon, fino al CVF) per lo sganciamento di una o dell’altra parte. In quanto alla prospettiva in termini di risposta alle spinte di globalizzazione del settore del procurement militare, Francia e Regno Unito hanno capacite0 produttive sovrapposte (dai cantieri per capital ships di medio-grandi dimensioni all’industria nucleare). Il che, se in un mondo perfetto offrirebbe un’eccellente opportunite0 per razionalizzare e ridurre i costi, alla prova dei fatti vorrebbe dire mettersi contro ai colossi monopolistici che gestiscono tali imprese. La gestione impossibile delle ricadute industriali, alla fine, fa quasi sempre saltare tali accordi. Stratfor forse cerca di leggere troppo nella firma di questo memorandum d’intesa, ma potrebbe esserci un’altra chiave di lettura interessante. Visto il progressivo avvicinamento della Germania alla Russia, iniziato ai tempi di Schroeder e continuato -anche se in maniera meno lineare- dalla Merkel, il riflesso condizionato delle fringe powers e8 quello di lanciare un segnale d’avvertimento, per evitare l’incubo geopolitico di tutte le epoche, la saldatura dell’heartland dell’isola-mondo. Non una mossa antagonistica da balance of power alla Tucidide, ma un colpo davanti alla prua per far cambiare rotta. Questa potrebbe essere una chiave di lettura ragionevole, anche in vista della possibile crisi finanziaria-istituzionale che di qui a qualche anno (rebus sic stantibus) rischia di indebolire in maniera inaccettabile per le potenze marittime la gabbia di ferro pensata per bloccare la Germania (l’Unione Europea).

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