Celle solari flessibili, così cambieranno le ricariche degli smartphone

Il futuro sarà diverso da come ce lo immaginiamo? Senza ombra di dubbio, la tecnologia darà una notevole mano a renderlo sempre più pratico. Rispetto a qualche anno fa, in effetti, i passi in avanti che sono stati fatti sono veramente impressionanti: basti pensare con che facilità c’è la possibilità di divertirsi con il gioco online, sfruttando portali sempre più affidabili come casinoonlineaams.com.

Celle solari flessibili

Non solo divertimento, però, visto che la tecnologia sta avanzando anche in riferimento a tutti quei dispositivi indossabili. Stiamo parlando dei cosiddetti wearable, che possono servire anche per misurare le malattie cardiache, e di come tutte le varie implicazioni correlate stiano migliorando in maniera veramente notevole.

Una nuova ricerca italiana

Uno studio particolarmente innovativo ha dimostrato come lo sviluppo delle celle solari flessibili sia giunto a buon punto. Si tratta di nuovi strumenti che, in futuro, verranno usati direttamente sui capi d’abbigliamento, così come su tanti altri oggetti che vengono impiegati nella vita di tutti i giorni, con la possibilità di effettuare in maniera molto più immediata la ricarica dei propri dispositivi mobili, smartphone ovviamente in primis.

È chiaro che l’obiettivo da perseguire nei prossimi anni, nel campo del digitale, sia quello di eseguire la ricarica dei vari devici tecnologici nel più breve tempo possibile, ma soprattutto evitando di usare qualsivoglia cavo. E anche senza dover tenere lo smartphone appoggiato su una superficie, come invece viene previsto dalla modalità di ricarica wireless.

Il ruolo delle celle solari nel campo del digitale

Per poter fare in modo che questo obiettivo si trasformi da sogno in vera e propria realtà, ecco che potrebbero essere usate le celle solari flessibili. Magari non avranno applicazioni universali, ma potrebbero certamente tornare decisamente utili per evitare di dover girare tutta la città alla ricerca di una presa elettrica per ricaricare il proprio dispositivo, oppure senza dover portare un pesante e ingombrante powerbank sempre nella propria borsa o nel proprio zaino.

La peculiarità di tali celle, quindi, è proprio rappresentata dalla loro notevole flessibilità: infatti, il gruppo di ricercatori del dipartimento di Fisica del Politecnico di Milano, sfruttando anche un rapporto di collaborazione con altri istituti, è riuscito a capire come poterle usare in maniera estremamente efficiente.

Una soluzione, quella proposta dai ricercatori, che effettivamente potrebbero diventare ben presto un’applicazione su larga scala. Anzi, tra l’altro, queste celle solari potrebbero essere impiegate in men che non si dica, in un futuro non poi così distante, pure su tanti altri oggetti della nostra quotidianità.

Tanti passi in avanti

Molto interessante notare come questo nuovo risultato che è stato raggiunto da parte del gruppo di ricercatori italiani è diventato di dominio mondiale, dopo la pubblicazione della ricerca sulla famosa rivista scientifica denominata Nature.

Difficile anche solo immaginare un simile prodotto fino a qualche anno: ebbene, adesso tali applicazioni sembrano davvero poter anticipare quello che sarà il futuro da vivere giornalmente. Le classiche celle solari, infatti, sono formate perlopiù da silicio, e possono contare su una struttura che fa della rigidità la caratteristica principale. Proprio per questo motivo non sempre sono così semplici da collocare. Anzi, nella maggior parte dei casi vengono impiegate sui tetti o su dei particolari telai di metallo ancorati al terreno.

Le celle solari hanno un gran numero di vantaggi. Prima di tutto, quello di limitare il più possibile gli ingombri, anche se questa tipologia flessibile non presenterà certamente una potenza molto alta, dato che molto probabilmente non si andrà oltre i 200 watt. Al tempo stesso, i punti di forza sono anche l’elevato livello di leggerezza e di ecosostenibilità: una cella solare flessibile, infatti, ha un peso che non va oltre i 3 chili, ma si potrebbe arrivare anche a un peso di qualche centinaia di grammi.

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