Gioco digitale e Bwin

Un corteggiamento durato tre mesi per arrivare a un matrimonio concluso in due settimane. «Trovata l’intesa abbiamo accelerato i tempi» racconta Norbert Teufleberger, il co-Ceo di Bwin che ha appena concluso la trattativa per l’acquisizione di Gioco Digitale.

«Abbiamo fatto un buon lavoro – aggiunge – e siamo già avanti con l’integrazione tra i due portali» che insieme hanno una quota di mercato del 25,5% sul poker online.

«Ci faremo trovare pronti con il via della nuova stagione» aggiunge Carlo Gualandri fondatore di Gioco Digitale e nuovo amministratore delegato di Bwin Italia.

Per chiudere l’operazione il colosso austriaco dei giochi online ha messo sul piatto oltre 115 milioni di euro: 50 in contanti, il resto sotto forma di azioni (il 7% circa del gruppo) ai soci di Gioco Digitale che oltre ad un ruolo centrale nella gestione operativa di Bwin Italia avranno anche un peso rilevante nella compagine azionaria (il flottante di Bwin è vicino all’80% e il primo azionista non supera il 10%).

«È probabile – prosegue Gualandri – che escano alcuni soci finanziari come Francesco Micheli o Stefano Siglienti che hanno aiutato la nascita di Gioco Digitale, ma i manager resteranno tutti». Con l’obiettivo di garantire continuità al business e strappare nuove quote di mercato alla concorrenza.

Sulla questione del prezzo pagato – «alto» secondo diversi analisti – Gualandri spiega: «Nei primi sei mesi del 2009 l’ebitda è salito a 9,2 milioni di euro contro 1,4 milioni dell’intero 2008. A queste cifre abbiamo trattato a un multiplo di 7-8 volte il margine operativo». Ma sono soprattutto le prospettive di crescita del mercato a ingolosire i due manager. «Il poker – dice Teufleberger – è cresciuto molto più di quanto ci aspettassimo. Quest’anno la raccolta arriverà a 2 miliardi e nel 2010 aumenterà ancora. Senza dimenticare che in rampa di lancio ci sono molti altri giochi». A cominciare dal cash game, il poker online che permetterà anche di rilanciare a soldi veri, che dovrebbe essere autorizzato in Italia tra dicembre e gennaio. In questo contesto i ricavi complessivi del mercato (pari a circa l’11% della raccolta totale) potrebbero arrivare a superare il miliardo di euro entro il 2011.

«In un momento di apertura del mercato e di piena regolamentazione – aggiunge il co–Ceo di Bwin – un’alleanza del genere era fondamentale per continuare a essere competitivi». A patto che il nuovo management riesca a difendere i due marchi: «Il brand Bwin – rilancia Gualandri – è fortissimo. Cercheremo di differenziare l’offerta tra il poker e le scommesse sportive».
L’operazione Bwin-Gioco Digitale presenta anche risvolti strategici in ottica di espansione futura. «In Italia – prosegue Teufleberger – ci mancava una vera struttura operativa. Prima ci dedicavamo soprattutto al marketing, non avevamo le radici nel mercato adesso possiamo crescere molto». L’Italia sarà anche un banco di prova per l’espansione in Europa.
I due manager sono infatti convinti che saranno molti i paesi a ispirarsi alla nostra regolamentazione, dalla Francia alla Spagna.

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