NASA: Spirit festeggia il suo sesto anniversario in barba a tutte le previsioni


LA NASA ha festeggiato il sesto anniversario dell’arrivo su Marte del veicolo da esplorazione robotizzato Spirit. La sua missione doveva durare solo tre settimane, ma i suoi pannelli solari gli hanno dato una vita molto più lunga del previsto. Spirit – un veicolo alto un metro e mezzo, largo 2,3 metri e lungo 1,6 – fu il primo dei due robot gemelli ‘marziani’ a raggiungere il suolo del pianeta rosso: sulla Terra erano le 4:35 Utc (tempo coordinato universale) del 3 gennaio 2004. Tre settimane dopo, dall’altra parte del pianeta, arrivava anche il suo gemello Opportunity.

Il nome Spirit fu scelto da uno studente, il quale ebbe questa opportunità vincendo un concorso bandito nelle scuole dalla Nasa. Il suo appellativo “scientifico” è Mer-A (Mars Exploration Rover – A). Con le sue sei ruote, mosse da motori elettrici alimentati da batterie al litio, il giorno dopo, Spirit fece il suo primo, breve viaggio: 78 secondi per appena tre metri.

Il ritardo di un giorno nell’inizio di questo ‘viaggio’ sulla superficie del pianeta rosso fu dovuto a problemi causati da uno degli airbag destinati ad ammortizzarne l’arrivo. Qualche apprensione iniziale, ma poi la Nasa finalmente annunciò: “Spirit ora è pronto a iniziare la sua missione di esplorazione e scoperta”.

Da allora sono passati sei anni e Spirit ne ha fatta molta di strada, analizzando rocce e minerali, effettuando misurazioni, cercando tracce presenti o passate di acqua e cercando segni che potessero far pensare a forme di vita. E poi le immagini. Spirit ha iniziato da subito a inviare alla Terra splendide immagini a colori di quel pianeta che da generazioni ci incuriosisce e fa volare la nostra fantasia.

Tra tutte le immagini ‘scattate’ da Spirit, una in particolare ebbe grande fortuna e venne pubblicata sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo: quella in cui, per un gioco di ombre e contrasti, sembrava si potesse vedere una creatura aliena. Era forse la materializzazione, la prova, dell’esistenza dei ‘marziani’?

Quando poi l’energia che lo spingeva e lo faceva vivere sembrava ormai scemare, su Spirit arrivò la “polvere del diavolo”. Il 9 marzo del 2005, durante la notte marziana, l’efficienza dei pannelli solari del veicolo balzò inaspettatamente dal 60% originario a oltre il 93%. Gli scienziati della Nasa dedussero che la tempesta di sabbia aveva “lavato” i pannelli rendendo così possibile un significativo prolungamento della missione. Così, addirittura, il 4 gennaio 2007 sia Spirit che il suo gemello Opportunity ricevettero da Terra un aggiornamento del ‘software’ dei loro computer di bordo.

Ma poi, cominciarono i problemi. Alle ruote prima, e dopo ai pannelli che, sotto una serie di tempeste di sabbia cominciarono a produrre energia elettrica in quantità molto ridotta. Il 6 febbraio del 2009 un provvidenziale vento marziano spazzò via, ancora una volta, molta della polvere accumulata sui vitali pannelli, dando un incremento di energia fondamentale per il movimento di Spirit.

Dal maggio 2009, di nuovo problemi alle ruote: polvere sottile, poca coesione hanno portato all’insabbiamento del veicolo che, nonostante qualche tentativo che aveva fatto sperare, è da allora rimasto pressochè fermo. Ora, se non si riuscirà a orientare meglio i pannelli solari rimettendo in moto tutte e sei le ruote, se non verrà un altro vento pulitore il destino di Spirit è segnato: il 10 giugno di quest’anno – dicono alla Nasa – si spegnerà.

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