Un microorganismo per alimentare batterie per cellulari: Questo il futuro ecologico

Un microorganismo per alimentare batterie per cellulari, lettori MP3 e persino automobili. La scienza parla concretamente di tecnologia pulita e lo fa con un progetto già presentato all’attenzione del neo presidente americano Barack Obama.
I ricercatori del Mit, il Massachusetts Institute of Technology, sono infatti riusciti a progettare geneticamente dei virus per ottenere il polo negativo e quello positivo di una batteria agli ioni di litio.

Il nuovo virus produci batterie ha la stessa capacità energetica e la stessa potenza delle batterie ricaricabili che usiamo oggi per caricare la macchina, ma potranno essere utilizzate anche per caricare i normali dispositivi elettronici che usiamo tutti i giorni.
Le nuove batterie potranno essere realizzate in modo economico e rispettoso dell’ambiente, senza solventi pericolosi né materiali tossici.

Nell’aprile del 2006 un gruppo di scienziati del MIT guidato da Belcher annunciò di aver trovato un modo per utilizzare i virus per formare cavi nanoscopici adatti a costruire batterie agli ioni di litio ultra sottili, e dotati di tre volte la normale densità di energia.

Il virus batteriofago M13 è stato modificato geneticamente. In sostanza, trasformato in un piccolo elettrodo. Si tratta di un comune battericida, che attacca questi organismi ma è innocuo per l’uomo. Il team ha riscontrato che l’incorporazione di nanotubi al carbonio aumenta la conduttività del catodo senza aggiungere troppo peso alla batteria.
Stando ai test condotti le batterie con il nuovo materiale catodico potranno essere ricaricate e scaricate fino a 100 volte senza perdere capacità.

Il prototipo è confezionato come una batteria classica, ma molto più leggera, adattabile e sicura.
Ora che i ricercatori hanno dimostrato di essere in grado di elettrizzare le batterie attraverso dei virus, hanno intenzione di continuare utilizzando materiali come il fosfato di magnesio e il fosfato di nickel. Quando anche questi progetti saranno pronti, concludono i ricercatori, i dispositivi potranno raggiungere il mercato in tutta sicurezza, ma sopratutto nel totale rispetto dell’ambiente.

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