BUONI PASTO: ANSEB CONTRO LA COMPRAVENDITA SU INTERNET


L’Associazione Nazionale delle Società Emettitrici di Buoni Pasto dice no alla
rivendita illegittima dei carnet sui portali di e-commerce

No alla vendita e all’acquisto dei buoni pasto su Internet. ANSEB, l’Associazione Nazionale Società Emettitrici di Buoni Pasto, scende in campo per difendere quello che è uno strumento essenziale per milioni di lavoratori: da sempre in prima linea a tutela della trasparenza, della qualità e della regolarità del servizio sostitutivo di mensa, ha inviato una diffida a uno dei più noti portali di e-commerce, eBay.it, invitandolo a prevenire eventuali distorsioni operate dagli utenti iscritti al portale stesso.

“Il nostro impegno si rivolge da sempre a incentivare un corretto uso dei Buoni Pasto. – dichiara Sandro Fertino, Presidente ANSEB – Da sempre ci battiamo per promuovere la massima trasparenza e regolarità nell’esecuzione del servizio sostitutivo di mensa e nel diffondere pratiche responsabili da parte di tutti gli operatori della filiera, a partire dalle Società Emettitrici che ANSEB rappresenta, per arrivare fino all’utilizzatore finale, passando per le Aziende, le Pubbliche Amministrazioni clienti e i Ristoratori convenzionati. Nel quadro di queste finalità statutarie abbiamo diffidato eBay dal proseguire oltre nel consentire la pratica scorretta consistente nel rivendere e acquistare online i carnet dei Buoni Pasto e di altri titoli di legittimazione emessi dalle Società del nostro settore. Contestualmente abbiamo invitato il noto operatore di e-commerce ad aiutarci nell’istaurare un processo virtuoso che possa prevenire o scongiurare eventuali spiacevoli deviazioni”.

Una battaglia importante, finalizzata in ultima istanza alla tutela dei lavoratori e a migliorarne la qualità della vita sul luogo di lavoro, promuovendo la diffusione e il corretto impiego di un benefit aziendale fondamentale, utilizzato quotidianamente da ben 2,5 milioni di italiani. Sempre più frequentemente capita, infatti, di trovare sui siti di commercio elettronico annunci che mettono in (ri)vendita carnet di Buoni Pasto o di altri titoli di legittimazione (come i Buoni Regalo): si tratta di una pratica non solo scorretta, ma del tutto illegittima e fiscalmente non conforme alla disciplina vigente, che contravviene alla specifica normativa di settore, fortemente voluta da ANSEB, che ne delimita la distribuzione e l’utilizzo.

I Buoni Pasto sono concessi dal datore di lavoro sulla base delle prestazioni, rese dai beneficiari del servizio sostitutivo di mensa, derivanti dai contratti di lavoro e sono quindi personali, non cedibili, né commercializzabili Il loro utilizzo deve essere finalizzato alla fruizione di un servizio di ristorazione, all’interno di un circuito di locali convenzionati con la Società emettitrice. Inoltre, in virtù del loro specifico campo di utilizzo, non danno diritto a un eventuale resto in denaro, e soprattutto non possono essere convertiti in denaro, come stabilito dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 novembre 2005.

Proprio per tutelare e salvaguardare un corretto utilizzo dei Buoni Pasto, e garantire la massima trasparenza nelle modalità con le quali i lavoratori si possono e devono servire di questo fondamentale strumento di incentivazione, ANSEB ribadisce l’importanza di un controllo il più possibile capillare su come i buoni pasto vengono distribuiti e impiegati al fine di limitare le scorrettezze quali appunto la vendita di carnet su Internet. Il fenomeno è certamente frutto della crisi economica e della mancata indicizzazione del valore nominale stabilito quale soglia per la fruizione – da parte dei datori di lavoro – del favor fiscale e previdenziale. Tale valore-soglia è fermo da ben 13 anni a €. 5,29: un importo del tutto insufficiente per poter accedere anche solo a prestazioni minime che possano dirsi idonee ad assicurare la ristorazione durante la giornata lavorativa.

Da tempo ANSEB segnala a gran voce la necessità di un aumento del valore nominale defiscalizzato dei Buoni Pasto, e propone di innalzarlo da 5,29 a 10 euro. “Nonostante la legge ne preveda l’indicizzazione, i Buoni Pasto sono inchiodati a un valore defiscalizzato fissato nel 1997 a poco più di 5 euro: in pratica la metà del costo reale di un pasto. Negli altri paesi europei è decisamente più alto: in Spagna il valore defiscalizzato è di 9 €, circa il 70% in più dell’Italia, in Francia 7 €, persino in Portogallo è 6,70 €. Per il Governo, l’aumento del plafond a 10 euro – prosegue Fertino – è il provvedimento più semplice e concreto per sostenere i lavoratori e i commercianti, senza gravare sulle tasche di nessuno e anzi, potendo in tal modo attivare una leva certamente idonea a rilanciare i consumi e l’economia della filiera collegata ai servizi sostitutivi di mensa che coinvolgono oltre 120.000 piccole e medie imprese del settore del Pubblico Esercizio”.

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