Tsunami in Italia è possibile?

In Italia sono possibili tsunami? La risposta purtroppo è sì.

Ce ne sono stati almeno una trentina negli ultimi 1000 anni, uno degli tsunami più forti che si siano mai registrati in Italia è quello del 1783 che colpì la Calabria tirrenica, innescato da un sisma dell’undicesimo grado della scala mercalli. Le coste calabresi da Messina a Torre del Faro e da Cenidio a Scilla furono devastate. Il mare travolse la costa per quasi 2 chilometri.

Un pericolo reale viene da un vulcano sottomarino Il Marsili, un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare Eoliano. Si trova circa 140 km a nord della Sicilia e circa 150 km a ovest della Calabria.

Scoperto negli anni venti del XX secolo e battezzato in onore dello scienziato italiano Luigi Ferdinando Marsili, questo vulcano sottomarino è stato studiato di recente nell’ambito di progetti strategici del CNR per mezzo di un sistema multibeam e di reti integrate di monitoraggio per osservazioni oceaniche. È stato trovato che il Marsili costituisce il più grande vulcano d’Europa, essendo esteso per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza. Il monte si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno.

L’area batiale costituita dal bacino del Marsili è caratterizzata da un basamento a crosta oceanica (o pseudooceanica) con uno spessore crostale ridotto a soli 10 km; lo stesso spessore è quello dell’area batiale dell’adiacente bacino del Vavilov, posto a occidente di quello del Marsili. La presenza di una crosta sottile è tipica del vulcanismo di retro-arco, dove predominano le rocce tholeiitiche. I bacini di Marsili e Vavilov sono divisi da una soglia batimetrica con direzione Nord-Sud e spessore crostale di 15 km, quindi più elevato. Il bacino del Marsili è il settore oceanizzato più di recente del bacino di retro-arco del Mar Tirreno, e il seamount Marsili, che ne occupa la parte assiale, costituisce l’unico elemento significativo, dal punto di vista topografico, della piana abissale. Secondo l’interpretazione di Marani, il vulcano sottomarino Marsili è un centro di espansione dilatato del bacino Marsili.
Arco Eoliano, con linee di costa e isobate di 500 m. Isole Eolie in grigio e nome in carattere di colore nero; seamount in carattere di colore rosso.

I fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti. I magmi del Marsili sono simili per composizione a quelli rilevati nell’arco Eoliano, la cui attività vulcanica è attribuita alla subduzione di antica crosta Tetidea (subduzione Ionica). Si stima che l’età d’inizio dell’attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 mila anni. Sono state inoltre rilevate tracce di collassi di materiale dai fianchi di alcuni dei vulcani sottomarini i quali potrebbero aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell’Italia meridionale. Assieme al Magnaghi, al Vavilov e al Palinuro, il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno.

Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Sono state rilevate preoccupanti frane che testimoniano una notevole instabilità. Una regione significativamente grande della sommità del Marsili risulta inoltre costitutita da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale. Il sismologo Enzo Boschi ha dichiarato: «La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri. Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità.».

Fonte Wikipedia.

1 commento su “Tsunami in Italia è possibile?”

  1. Io penso che si sprechino tanti soldi per i campanili ma lo stato non inizia a sostenere il monitoraggio continuo del marsili a cosa aspetta ? che succeda per poi non poter rimediare cosi forse spera che l essere umano si estinqua dato che al sud ce la maggior parte delle nascite e che le regioni a scomparire sia proprio quelle del sud italia ma lo stato sarà un alieno che aspetta questo? O FORSE SPERA NELLA SCOMPARSA DI TUTTI GLI ANZIANI PER TOGLIERGLI LA PENSIONE DATO CHE AL SUD SI VIVE PIU A LUNGO COSI AVREBBE TROVATO LA SOLUZIONE ALLE SUE TASCHE LO SO CHE BISOGNA SPERARE NEI MIRACOLI PER VIVERE PERO LO STATO POTREBBE AIUTARE ECONOMICAMENTE E PERMETTE CHE UN MIRACOLO POTREBBE ACCCADERE.

    Rispondi

Lascia un commento